Come posso trasferirmi in Germania con successo? Se mi continuerai a leggere, ti spiegherò come farlo in sole tre mosse. Il tutto anche se non parli il tedesco.

Ciao!
Mi chiamo Chiara Scanavino e sono laureata di tedesco presso l’Università di Torino. Per anni ho insegnato il tedesco online, in particolare agli ingegneri italiani introversi, stanchi di sentirsi frustrati perché non capiscono o non riescono a farsi capire dai loro colleghi di madrelingua tedesca.
In questo articolo ti racconto innanzitutto la mia esperienza. Perché vedi… Nemmeno io sono nata qui in Germania. E perché la mia esperienza può essere di aiuto a tutti quei diplomati o laureati italiani che desiderano trasferirsi qui in Germania.
Ok. Da dove devo cominciare se voglio trasferirmi in Germania con successo?
Se mi leggerai fino in fondo lo scoprirai.
Ci tengo però a farti presente una cosa. Il percorso che qui leggerai è solamente una delle tante possibilità che hai. Perché tanto dipende anche da fattori come:
- le tue competenze;
- la città in cui ti trasferisci;
- il tuo carattere;
- il significato che dai alla parola “successo”.
Chiara, ma che cos’è per te il successo?
Continua a leggermi… Perché potrai capirlo soltanto leggendomi fino in fondo.
Ok. E mi racconti come ti sei trasferita in Germania?
Chiara SieWissenSchon racconta il suo trasferimento in Germania
Era il primo febbraio 2014.
Avevo appena finito da tre mesi la laurea magistrale presso l’Università di Torino e non riuscivo a vedere prospettive.
Devi infatti sapere che, tra il 2012 e il 2013, ho fatto un soggiorno Erasmus presso l’Università di Düsseldorf. E quando – a giugno 2013 – l’esperienza si è conclusa, ho fatto molta fatica, soprattutto a livello psicologico.
Non riuscivo più ad adattarmi all’Italia.
E la Germania mi sembrava semplicemente un paradiso.
Treni sempre puntuali.
Persone gentilissime.
Tutto che funzionava alla perfezione.
Per questo, quando ho concluso gli studi non ci ho pensato due volte a prendere un biglietto di sola andata per Düsseldorf, la città in cui avevo fatto l’Erasmus.
Ok. Chiara, hai detto più sopra che sei laureata di tedesco. Quindi non ti chiedo se sapevi il tedesco perché lo dò per scontato. Ma… come è andato il tuo trasferimento in Germania?
È stata un’esperienza piena di luci e ombre. Perché vedi, ci sono casi in cui l’ignoranza della legge è peggiore dell’ignoranza della lingua. Ma questa è un’altra storia…
E dimmi… che cosa ti ha spinto a trasferirti in Germania?
È un’insieme di cose…
Da una parte, lo dicevo anche più sopra: dopo nove mesi in Germania, l’Italia mi stava stretta.
Dall’altra, appena laureata, a Torino non vedevo prospettive…
Molti anni prima, la mia città aveva attratto molte persone dal sud Italia grazie alla FIAT. Tuttavia, alla fine del 2013 anche Torino stava vivendo una profonda crisi economica. La FIAT a Mirafiori non riusciva più ad attrarre nuovi lavoratori. Il mito della città dell’automobile era quindi definitivamente crollato.
Allo stesso tempo però mancava una vera alternativa alla FIAT.
Secondo il rapporto LA DOMANDA DI DIPLOMATI NEL MERCATO DEL LAVORO PIEMONTESE. Criticità e opportunità negli anni della crisi., nel 2014 a Torino il tasso di disoccupazione giovanile era al 42,2%. E quindi era diventata la “città più povera del nord Italia”.
Tutto ciò si era riflesso anche nelle mie possibilità lavorative. Avevo finito l’università da poco con il massimo dei voti, ma ciò non bastava.
Gli unici annunci di lavoro in linea con i miei studi prevedevano concorsi statali per uno stipendio di 200 euro al mese. E il tutto senza nemmeno avere la certezza di essere poi effettivamente assunti.
Tale situazione mi sembrava assurda e vivere in Italia mi piaceva sempre meno. Per questo ho deciso di rifare la mia valigia per ritornare a Düsseldorf.
Ma questo in realtà non era tutto.
Perché vedi… io volevo anche fare un dottorato.
Ho fatto una tesi di laurea sul pluricentrismo del tedesco nei dizionari per apprendenti. In un prossimo articolo ti racconterò meglio che cos’è il pluricentrismo del tedesco e perché è importante conoscerlo.
Ma adesso andiamo avanti…
Dicevamo… Volevo fare un dottorato. Di linguistica tedesca. Ma in Italia non mi era possibile farlo.
Perché sarebbe stato tutto molto più difficile.
Un po’ per la cronica carenza di fondi per la ricerca universitaria (secondo una ricerca di Unimpresa riportata in un articolo di La Repubblica del 2 febbraio 2022, per l’istruzione e l’università “spendiamo il 15 per cento in meno delle grandi economie europee, quattro punti sotto le risorse impiegate vent’anni fa.“, alimentando così il fenomeno dei cervelli in fuga. Vedi: https://www.repubblica.it/scuola/2022/02/02/news/scuola_e_universita_gli_investimenti_arretrano_italia_penultima_per_laureati-336148342/, ultima visualizzazione 22.08.2022 h.10).
Un po’ perché il concorso per entrare al dottorato in Italia quando ho finito io l’università non c’era.
E un po’ anche perché qui in Germania c’era chi si occupava del mio tema da anni.
Ma anche questa è un’altra storia.
E dimmi… Avevi degli appoggi per la casa o il lavoro?
Al contrario di quanto tu possa pensare, non avevo nessun appoggio né per la casa né per il lavoro. Sicuramente ero avvantaggiata, perché conoscevo già la città. Ma le persone che ho conosciuto non potevano aiutarmi più di tanto, se non per piccoli dubbi o consigli. Alcuni infatti non erano nemmeno più in città.
Quello che ho raggiunto è stato quindi il frutto delle mie capacità.
Cosa risponderesti alla domanda: “vorrei trasferirmi in Germania ma non so come fare perché non ho nessuno che mi possa aiutare e non parlo il tedesco”?
Per prima cosa, onestamente, gli risponderei di iniziare a studiare tedesco in Italia. Infatti, trasferirsi in Germania senza sapere il tedesco comporta i seguenti rischi:
- essere superato da tutti quegli stranieri che parlano il tedesco;
- essere sottopagato o pagato in nero e avere conseguenze legali per la tua posizione lavorativa;
- sentirti frustrato perché non fai un lavoro o non riesci a fare un lavoro secondo le tue aspettative.
Ovviamente, devi mettere da parte il pregiudizio che studiare tedesco è difficile e fare dei corsi anche online già in Italia.
L’importante è arrivare ad aver completato il livello B1.
Cosa significa? Che al momento del trasferimento devi essere in grado di:
- capire e di dare indicazioni stradali;
- capire – almeno a grandi linee – ciò che dice un contratto di lavoro o di affitto;
- capire gli ordini dati dal tuo capo o dal tuo superiore.
Mentre studi il tedesco puoi già anche fare dei brevi viaggi in Germania. In tal modo puoi migliorare il tuo tedesco, capire come funziona il sistema e vedere in quale città vorresti trasferirti.
In seguito trovi una stanza per i primi tempi e solo successivamente ti trasferisci e ti trovi un lavoro in base a quello che già facevi in Italia.
Ma Chiara, non per tutti è così… Mio cugino è arrivato in Germania senza sapere il tedesco ed è riuscito ugualmente a trovare una casa e un lavoro!
Non dico che non siano possibili altri modi… Soprattutto per lavori particolari (es. artigiano, ingegnere, ecc.), è probabile che tu trovi lavoro anche senza conoscere il tedesco. Si tratta però sempre di casi molto particolari. Essi quindi non corrispondono all’esperienza di molti migranti.
Data la mia esperienza personale, posso solo dirti che studiare il tedesco è la base per trasferirsi in Germania con successo.
Io non ho né una grande esperienza di lavoro, né ho appoggi in Germania e nemmeno parlo il tedesco. Come posso fare?
Tranquillo. A parte l’ultimo punto, nemmeno io avevo grandi esperienze lavorative. Tantomeno avevo degli appoggi in Germania. Nonostante tutto ho però trovato anch’io la mia strada.
Trasferirsi in Germania con successo in 3 mosse: breve riassunto
Ok. Allora, Chiara… Abbiamo visto sopra che per trasferirsi in Germania con successo è imprescindibile la conoscenza della lingua tedesca… Mi dici allora quali sono i tre passi per trasferirsi in Germania con successo?
Si, bene. Allora… Come dicevamo, se non conosci il tedesco, la prima cosa che devi fare è proprio studiare la lingua. Perché vedi… qui in Germania lo Stato esiste. E fare i furbi non conviene a nessuno…
Prima o poi potrebbe arrivare un controllo della Zoll, la polizia finanziaria tedesca. E se trovano dipendenti che non sono in regola, ci sono conseguenze penali sia per il tuo capo sia per te…
In Italia, il lavoratore non rischia nulla e il datore di lavoro rischia di dover pagare una sanzione fino ad al massimo 36.000 EUR (vedi qui). Almeno… Questi erano i fatti nel 2019.
Oggi non te lo so dire. Cerca su Google.
In Deutschland…
Rischi di andare in prigione per 10 anni.
“Ma davvero?“
Si. Guarda anche la pagina della Zoll. Lì trovi tutte le informazioni che riguardano il lavoro in nero in Germania.
Ma adesso andiamo avanti…
Dicevamo… Il primo passo, soprattutto se non sai il tedesco, è quello di studiare il tedesco.
Anzi, no.
A monte di tutto c’è ancora un passo: stabilire il tuo obiettivo e dare una tua definizione di successo. Perché quella è una cosa che varia da persona a persona. E quindi stabilire a priori che cos’è per te il successo è un buon modo per evitare le delusioni nel caso in cui ci siano degli imprevisti.
E che cos’è per te il successo, Chiara?
Per me il successo era ed è fare un lavoro che mi soddisfa, col quale riesco a vivere e che mi permette di stare con la mia famiglia.
I soldi?
Certo. Quelli sono importanti. Ma non sono tutto.
Che cosa te ne fai di avere miliardi di euro se poi non sei soddisfatto di quello che hai raggiunto?
Hai ragione. E tu ti ritieni soddisfatta di quello che hai raggiunto?
Nel complesso si.
Ho realizzato il mio sogno di essermi trasferita in Germania.
Ma ho dovuto anche mette da parte un po’ di idealismo. Perché devo ammettere che ne avevo anche troppo.
Ma questo è un altro discorso. Torniamo a noi. Cosa stavamo dicendo?
Stavamo parlando dei tre passi per trasferirsi in Germania con successo…
Ah si, ricordo…
Dopo aver dato una propria definizione di successo, se non conosci il tedesco, il primo passo da fare è quello di studiare la lingua tedesca.
E poi?
Poi ti trovi una casa e solo poi un lavoro.
Perché vedi… lo dice anche Primo Levi all’interno di La Tregua:
Quando c’è la guerra, a due cose bisogna pensare prima di tutto: in primo luogo alle scarpe, in secondo alla roba da mangiare; e non viceversa, come ritiene il volgo: perchè chi ha le scarpe può andare in giro a trovar da mangiare, mentre non vale l’inverso. (P. Levi)
Chiara, ma non siamo in guerra…
Beh, ma a parte il fatto che in giro per il mondo di guerre ce ne sono tante…
E poi comunque, se non investi su te stesso e sul luogo in cui devi andare a vivere, non puoi trasferirti in Germania con successo.
E se io so già qualcosa di tedesco?
Beh, allora… In quel caso non sei il target del seguente blog. Però la prima cosa che farei in quel caso è di andare da una psicologa.
Te lo dico perché ci sono passata anch’io.
E tanta sofferenza me la sarei evitata se dalla psicologa ci fossi andata subito, appena arrivata.
Perché vedi… è una cosa pacifica: chi arriva dall’Italia deve inizialmente superare i problemi di adattamento. E poi fare i conti col code switching, quando inizi ad avere una buona conoscenza della lingua tedesca.
E se io seguissi i tuoi passi in un ordine diverso da quello che mi hai elencato?
Te lo dicevo più sopra. Puoi farlo. Ma non è il percorso standard di molti migranti e non è detto che tu ci riesca…
E come faccio a trovare una casa o trovare un lavoro in Germania?
Te lo racconto nei prossimi post.
Continua a seguirmi.
Buona giornata
Chiara SieWissenSchon
#inviaggioversotestessa
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